All'arrivo in Paraguay, una breve missiva, programmatica e… climatica!
Buona lettura!
L'arrivo in Paraguay non significa solo un cambio della moneta e di paese. Significa entrare come in un forno bello, caldo, spesso irrespirabile. Si passa da un clima afoso all'azione del condizionatore. L'America latina qui assume anche questa specificità climatica.
Qui, il paese sta vivendo una singolare esperienza politica dopo l’elezione, dopo sessanta anni di dittatura, del nuovo presidente Lugo. Nonostante gli effetti negativi dei raffreddori, proprio in questo momento, nella camera accanto Pino Picone sta tossendo in modo singolare e conferma quanto qui sto cercando di narrare di queste intense giornate.
Non parlo della cucina... ma di incontri con personalità e protagonisti della vita politica, culturale, religiosa. Finora ci siamo incontrati con J. Rubbiani, Walter Rojas, e non dico della lista delle persone che attendono il loro turno. È un'operazione complicata ma affascinante. I prossimi giorni ci diranno fino a che punto il progetto di un numero speciale di "Religioni e Società" su "Il Paraguay, paese dai sogni spezzati, oggi? Un viaggio nel Sudamerica in un tempo di mutamenti".
Adesso sono le 3,50 della notte del 6 febbraio. In Italia, mi si dice fa freddo. Sto pensando di andare a letto, sistemando il condizionatore che trasforma il caldissimo della notte afosa e umida.